

2011 - 2012
Compagnia delle Smirne
Quelle preziose
donne sapienti
di Molière

Personaggi e interpreti

Aristo e Trissottin
Franco Bozzao
La Grange e Clitandro
Tiziano Falasco
Gorgibus e Crisalo
Isidoro Zanon
Mariotta e Martina
Monica Niero
Maddalena e Enrichetta
Anna Volpato
Caterina e Armanda
Alice Zanon
Mascarillo e La Spina
Marco De Cassan
Tiziano Falasco
Jodelet e Vadius
Marco Aliberti
Rocco Toniolo
Maestra musica e Filaminta
Marilè Angelini
Belisa
Claire Julia Wilson
Maestro di danza
Giuliana Pamio
Supporto tecnico
Ivano Donaglio
Paolo Compagno
Realizzazione a cura
Renata Cibin












































Le date
23 ottobre 2011
Auditorium Istituto Lazzari, Dolo VE
18 dicembre 2011
Auditorium Padri Giuseppini, Mirano VE
19 dicembre 2011
Teatro Bersaglieri, Spinea VE
22 dicembre 2011
Nuovo Teatro di Mirano, Mirano VE
18 febbraio 2012
Teatro Villa Belvedere, Mirano VE
9 marzo 2012
Centro ricreativo anziani, Mogliano TV
10 marzo 2012
Auditorium Liceo Majorana, Mirano VE
20 maggio 2012
Teatro comunale, Pianiga VE
22 settembre 2012
Teatro all'aperto, Campocroce Mirano VE
23 settembre 2012
Villa Cabrini Moore, Mirano VE
13 ottobre 2012
Teatro Villa Belvedere, Mirano VE
24 ottobre 2012
Teatro Farinelli, Este PD
Il titolo fonde quello di due commedie:una degli inizi (Les precieuses ridicules, 1659), una della fine (Les femmes savantes, 1672) della parabola artistica di Molière, tutto sommato breve ma prolifica. Entrambe affrontano la satira del Preziosismo, cioè quello stile non solo francese ma europeo, di parlare in modo manierato, frivolo, gonfio di immagini bizzarre e inutili che si era diffuso nel Seicento, tra la nobiltà cittadina e una emergente ‘borghesia’ provinciale che faceva della imitazione la sua cifra sociale. In queste due commedie si ride, come sempre e facilmente, delle donne anche se i maschi preziosi non mancano ma il tema è serio: la richiesta femminile di aver accesso al sapere e, nelcontempo, alla scelta del proprio sposo, che è come dire il diritto all’amore. Due diritti che, pur con fatica, avrebbero trovato compimento nei secoli successivi, attraversando l’età dei lumi, la rivoluzione francese e l’avvento della borghesia al potere. Ma da che parte sta Molière (Paris, 1622-1673), questo autore attore dalla vita avventurosa e faticosa, anche sentimentalmente,che, protetto dal Re Sole, dovette per lo più produrre per compiacenza e per cassetta? Se egli sembra antifemminista o, solo banalmente reazionario, bisogna considerare che il comico, fin dai tempi di Aristofane, presenta un mondo alla rovescia e che spesso le intenzioni dell'autore vengono scavalcate dalla profonda giustizia della poesia, dalla sua verità.Del resto, cinque anni dopo la morte di Molière, si laureava a Padova, nel 1678, la prima donna in Italia, in Europa e nel Mondo, la veneziana Elena Cornaro Piscopia, con una tesi di filosofiaLa nostra Compagnia delle Smirne che ha assunto questo nome con il primo spettacolo prodotto nel 2007 (L’Impresario delle Smirne), attraverso Goldoni, Terenzio (Suocera) e ora Molière, tutti e tre autori che hanno riformato il teatro, si propone di indagare il rapporto fra i sessi specie quando incrocia l’intellettualità femminile. Come sempre utilizziamo materiali poveri, scenografie semplici, costumi elementari con richiami vistosi al tipo fisso, cioè alla maschera eterna che occhieggia dietro ai caratteri indagati con sottile psicologia. Infatti i nostri autori, al loro tempo, hanno fatto uscire la commedia dalle strettoie della farsa e della comicità deformante per consegnarla al dramma realistico. Molière, in particolare, doveva spesso comporre non ‘alla sua maniera, del tutto compiuto’ma, in ossequio alle manie musicali ballerine della corte, sfornare operette frivole e leziose. Il che non gli impedì di creare i capolavori per cui universalmente noto : Tartuffe, Don Giovanni, Il Misantropo, George Dandin, L’Avaro, Il Borghese Gentiluomo, Il Malato Immaginario. Proprio dal Borghese abbiamo tratto alcune gustose scene sull’apprendimento della musica e della danza, che fungono da collante fra la prima e la seconda parte, in omaggio alla prodigiosa abilità del nostro di rendere eccellente anche ciò che più gli costava fatica. Infine speriamo si colga l’autoironia come donne e come insegnanti, di quello sguardo demistificatore, che abbiamo applicato anche nelle precedenti commedie.