

2018
Compagnia delle Smirne
Lisistrata e le altre
di Aristofane

Personaggi e interpreti

Lisistrata
Monica Niero
Cleonice
Claire Julia Wilson
Mirrina
Marta De Rossi
Fillide
Laura Bondì
Lampitò-Sacerdotessa
Ilaria Morelli
Cloe
Elisabetta Pegorer
Corifea
Marilè Angelini
Corifeo
Massimo Zamengo
Cinesia-Spartano
Kevin Senigaglia
Com.Pritano-Euripide
Isidoro Zanon
Pritano-Parente
Franco Bozzao
Servo-Xantia
Carlo Andreatta
Supporto tecnico
Ivano Donaglio
Paolo Compagno
Realizzazione
Renata Cibin





































Le date
29 settembre 2017
Teatro di Villa Belvedere, Mirano VE
22 ottobre 2017
Auditorium Istituto Lazzari, Dolo VE
18 marzo 2018 Debutto ufficiale
Teatro di Villa Belvedere, Mirano VE
11 maggio 2018
Teatro Dario Fo, Camponogara VE
20 maggio 2018
Teatro di Villa Belvedere, Mirano VE
27 ottobre 2018
Teatro all’Antica, Sabbioneta MN
'Lisistrata e le altre' è un libero adattamento dalle tre commedie che Aristofane, poeta comico del V° sec. a.C, dedica alle donne, cioè Lisistrata, La festa delle donne, Le donne in assemblea. La protagonista, colei che scioglie gli eserciti, come dice il suo nome, esorta le altre a rifiutarsi al sesso per costringere Ateniesi, Spartani e alleati a finire la guerra e a stipulare la pace. A questa prima parte, che contiene la spinta propulsiva dell'azione e il senso profondo della nostra scelta, seguono parti delle altre due commedie a formare un trittico in cui si assiste all'evoluzione comico-caricaturale dell'istanza libertaria. E' bene rammentare, per avere la giusta prospettiva da cui guardare questa produzione comica, che autore, attori, coreuti e il pubblico ( nella stragrande maggioranza) erano maschi. Perciò le donne che vedrete in scena hanno in bocca parole di uomo e di uomo antico. Tuttavia, il teatro, proprio perché incarnato, permette di aggiungere, suggerire, plasmare, con i corpi, il testo grazie alla interpretazione e alla regia.
Torniamo a Lisistrata e le altre: lo “sciopero del sesso” apre una contesa tra uomini e donne ed è, come è ovvio, trattato con tutta la salace licenziosità tipica del genere comico che mette al centro il corpo e la sessualità, con un lessico non certo castigato. Va detto, però, che per gli antichi il sesso non è mai sottoposto ad una censura moralistica: è gioco e gioia e il parlar turpe ha una funzione apotropaica, allontana cioè il male, in tutte le sue forme. Ne ascoltiamo comunque una versione tipicamente maschile che indulge al riso e allo scherzo. Ma il fondo è molto serio ed è la critica che le donne fanno al governo maschile dello stato: politicanti corrotti, guerrafondai e sostanzialmente incapaci. Quale la ricetta delle donne? Governare la città come si fa con la casa, con le buone abitudini, le buone pratiche, il buon senso e la misura delle opere domestiche. Insomma il significato originario dell'economia che dovrebbe tradursi in una buona politica. Così le donne vogliono ri-governare il mondo! E questa utopia, per una volta, sembra realizzarsi. Stremati dall'astinenza più che dalle battaglie, gli uomini si arrendono alla pace, non si sa se anche al successivo governo delle donne cui era dedicata l' ultima commedia del Nostro, non prima di aver celebrato la riconquistata serenità con una grandiosa festa cui partecipa un uomo in panni femminili. Nel gioco di inversione dei ruoli che regolano i rapporti tra i personaggi maschili e femminili, è dunque nitidamente riconoscibile quel motivo del ‘mondo alla rovescia’ che rappresenta, nella produzione comica aristofanea, uno degli elementi più caratteristici del ‘carnevale’, inteso come capovolgimento, sia pure temporaneo, delle norme che regolano la vita quotidiana. Non va dimenticato, infine, che commedia in greco significa canto della gioia dionisiaca o canto del villaggio, nasce dalle cerimonie per la fecondità della terra e celebra l’inizio della primavera: ha nello stesso tempo funzione propiziatoria e liberatoria.
La Compagnia delle Smirne allestisce con scelte essenziali nei costumi e nella scenografia, mette a fuoco lo scontro tra le donne eversive e i maschi guardiani dell'ordine costituito e nello scambio di battute mordaci, delinea le due opposte visioni del mondo chiamando il pubblico a schierarsi e a partecipare.